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16.3.16

The Lesson (Urok, 2015)
di Kristina Grozeva e Petar Valchanov

Esiste un genere molto preciso all’interno del vasto universo del cinema d’autore: quello che prevede l’adesione e il pedinamento di un personaggio (possibilmente con macchina a mano, come l’hanno codificato i Dardenne in anni tutto sommato recenti), nel suo viaggio attraverso un inferno di accanimento degli eventi, che poi la maggior parte delle volte è un accanimento della società che lo circonda. The Lesson rientra a pieno nella tipologia per come racconta di una professoressa scolastica alle prese da una parte con un piccolo furto in classe, di cui vuole scoprire il colpevole, e dall’altra con un’odissea personale nella quale, per non perdere la casa, dovrà riuscire a saldare un debito contratto dal marito con degli strozzini.

Come vuole il genere tutto sembra complottare contro di lei in un breve lasso di tempo, dalla sfortuna fino agli sconosciuti e di certo le istituzioni non saranno la salvezza. Tuttavia il confine geografico non si sente, siamo in Bulgaria ma potrebbe essere ovunque, The lesson ha il grande pregio di non voler parlare della situazione del suo paese, di non usare il paesaggio come vero soggetto del film. La parabola del film cerca di essere universale e, specie nel finale, si rivela di un’umanità disarmante.
Questo di Kristina Grozeva e Petar Valchanov è un film che su un impianto molto semplice (da una parte la ricerca del colpevole di un furto, dall’altra la ricerca di denaro per sopravvivvere) riesce a trovare la grande complessità umana sfruttando l’incredibile e molto cinematografica determinazione della protagonista come piede di porco.

Là dove molti altri si sarebbero beati della possibilità di fare critica sociale, di distribuire le colpe, di dividere il genere umano in bestie e angeli o ancora di dare i tratti del martirio a questa serie di eventi, Grozeva e Valchanov invece rimangono attaccati all’idea della complessità. La protagonista non è perfetta, anzi! Perde molte occasioni di tirarsi facilmente fuori dai guai, somiglia a quelle vittime del fato e del proprio carattere che i fratelli Coen amano inserire nei loro film più caotici e ispirati come A serious man, solo che lei è parte di un mondo che non fa ridere per niente, in cui la sopraffazione arriva gentile, un passo alla volta.
Sembra ingenuo e un po’ puerile dirlo ma The Lesson mostra l’ultima possibilità di un cinema morale oggi, uno che non indichi una via ma mostri lo sforzo e la fatica di mantenere fede ai propri principi nel caos del mondo reale.

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