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17.12.12

Frankenweenie (id., 2012)
di Tim Burton

COURMAYEUR IN NOIR FEST

Ormai più produttore che vero regista, flagellato da una crisi creativa che lo condanna a rifare film di altri, fare film da serie tv, da favole tradizionali o ancora da propri lavori precedenti, Tim Burton ha passato sicuramente più tempo a girare lungometraggi non degni del suo nome che viceversa.
Frankenweenie doveva essere l'occasione di riconciliarlo con il vecchio sè, quello che tutti continuano ad identificare con il suo nome rifiutandosi di notare come non sia più così, perchè non solo riprende la trama del suo mediometraggio del 1984 con attori in carne ed ossa (visibile tutto su YouTube) che a sua volta operava una raffinata trasposizione di Frankenstein nell'universo piccolo borghese delle villette a schiera e dei bambini disfunzionali (le prove generali di Edward), ma applica anche tutta l'estetica di Vincent, un corto animato in stop motion (anch'esso su YouTube), sempre in bianco e nero, di poco precedente e centrato su uno strano inventore (doppiato da Vincent Price) in un mondo di tagli luce gotici. Tutta la stop motion e il character design di Frankenweenie 2012 sono prese da Vincent.

Qui Vincent Price torna nelle fattezze dell'insegnante scolastico (doppiato in originale da Martin Landau, che già in Ed Wood era stato Bela Lugosi, lo storico Dracula, che si vede in tv interpretato da Christopher Lee, per chiudere il cerchio), assieme a lui, viene ritirato fuori tutto l'armamentario di mostri classici, collinette tempestose, cimiteri, pratini tagliati, villette e orrori conservatori che tempestano l'immaginario burtoniano.
Ma il motivo per il quale Frankenweenie 2012 non è riuscito come Frankenweenie 1984 è che dimentica in fretta i presupposti della trasposizione (ridurre il mito di Frankenstein in scala bambino per dimostrare che il suo discorso non vale solo per creature mitologiche ma si applica nella vita di tutti i giorni) salvo ricordarsene solo all'ultimo momento, nella scena del mulino a vento, decisamente più riuscita nel 1984 perchè più coerente e a misura di cane.

Quel che è più grave è che a fronte di un'infinità di stereotipi burtoniani (qui veramente incalcolabili, uno showcase delle sue fissazioni) lo stesso Frankenweenie non sembra diretto da Tim Burton. Alberi spogli e scale arricciate non fanno un Burton, come non lo fanno le villette a schiera e l'orrore dei puliti piccoli borghesi schifati da tutto ciò che non capiscono, sono solo la manifestazione più epidermica e replicabile di idee che dovrebbero permeare tutto il racconto (e lo facevano in passato), cosa vera come non mai in questo film carino, rapido e innocuo ai massimi livelli, godibile da tutti ma totalmente privo di stile e di una voce personale, girabile da chiunque volesse imitare Tim Burton.
Frankenweenie non è un brutto film, anzi è decisamente carino, semplicemente non appartiene al suo autore, non è nemmeno un film di Tim Burton minore, proprio non è suo. A prescindere da quel che dicano i credits.

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