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28.12.12

Lo Hobbit: un viaggio inaspettato (The Hobbit: an unexpected journey, 2012)
di Peter Jackson

C'erano due cose ampiamente prevedibili su questo seguito cinematografico (in realtà prequel letterario) di Il signore degli anelli: che il tono non sarebbe stato "grave" come la trilogia e che il passo non sarebbe stato rapido, visto che il piccolo libro sarà trasportato in 3 film.
Così questa versione calma e giocosa dei temi, i paesaggi, molti personaggi e l'estetica di Il signore degli anelli di Jackson arriva a dimostrare non solo la versatilità del linguaggio di Tolkien ma soprattutto le potenzialità di grandissimo narratore (ce n'era bisogno? Si, ce n'è sempre bisogno) di un cineasta come Peter Jackson. 

Lo Hobbit somiglia ad un grande colossal di una decade passata, sembra un filmone degli anni '50 per come incede calmo e regolare, per come rifiuta le accelerazioni e le ruffianate, è un film che scorre adagio perchè si gode ogni istante di racconto, dando peso e misura ad ogni passaggio e questo è senz'ombra di dubbio il suo pregio maggiore, saper gustare e far gustare ogni attimo. E' così una versione meno ansiogena di tutto quello che si era visto di bello nella trilogia (certo ne manca l'epica e il fascino ma il testo di partenza è più umile di suo) soprattutto è un film che cerca di avvantaggiarsi del proprio venire dopo.
Nell'adattare molto fedelmente il libro (in certi punti, in altri molto meno) la banda di sceneggiatori (nella quale non possiamo fare finta che non ci sia un autentico genio del nerdismo come Guillermo Del Toro) ha lavorato di fino nella consapevolezza che gli spettatori sanno cosa succederà in seguito, che fine farà l'anello e quali saranno i buoni e i cattivi del futuro, aggiustando il tiro o la messa in scena per strizzare un occhio. Tutto con un'abilità e una sottile maestria che stupisce, di movimento in movimento.

Ultimo e certo non per importanza è l'HFR, ovvero il fatto che il film sia stato ripreso a 48 fotogrammi al secondo (il doppio del normale). La tecnica che Jackson intende far diventare il nuovo standard è impressionante e buona al di là di qualsiasi considerazione o possibile critica. E' meglio e chiunque dica il contrario non sa di cosa parla.
Solo una decina di sale in tutta Italia proiettano il film a 48fps, il resto lo fa nei normali 24, ma in quelle è possibile vedere un film con una qualità visiva impressionante, che non sta unicamente nella definizione (comunque migliore) ma soprattutto nella gestione degli spazi e nella presentazione della messa in scena. Lo si vede chiaramente nella prima lunga sequenza a casa Baggins. Già il primo film della trilogia aveva una lunga scena nella casa di Bilbo e stavolta la percezione della conformazione degli ambienti è molto migliore, l'uso dello sfondo e della profondità (come dicono in molti l'HFR si sposa perfettamente con il 3D) ne escono insomma molto migliorati. In una parola 48fps è più cinematografico, un passo in avanti di cui gioverebbe qualsiasi tipologia di film.

11 commenti:

Eric Cartman ha detto...

Ho letto altrove che ci sono degli inserti un po' "agghiaccianti" o comunque molto fuori luogo, me lo confermi? intendo, salvando la bontà complessiva dell'opera ci sono delle sequenze non proprio al top (testualmente: "sembrano scene prese dai film di natale di canale 5")


gparker ha detto...

Mah a me sembra esagerato canale 5...
Il film è leggero e favolistico.


Alessia Carmicino ha detto...

è bello leggere un'altra opinione positiva, dopo aver lottato parecchio contro pareri negativi e stroncature. Anch'io credo che superato le prime scene e dando il tempo all'occhio di abituarsi la percezione in HFR sia fantastica.


jeff ha detto...

Ci ho messo quasi mezz'ora di film per avere un'opinione precisa sul 3D HFR perchè avevo di fronte qualcosa di decisamente nuovo. Le scene di battaglia purtroppo soffrono di un'impressione di "plasticosità" (= troppo finte) rispetto a quelle viste in LOTR, escludendo queste però la visione ad HFR penso che dia finalmente senso al 3D. Per non farla lunga, penso che più che cinematografico o televisivo il 3D HFR sia praticamente teatrale. Il realismo è qualcosa di mai visto prima e la narrazione più lenta credo sia in qualche modo conforme ad esso (anche se questa lentezza non so fino a che punto è stata voluta per allungare il brodo e di conseguenza portare più soldi in cassa).
Sta di fatto che chi l'ha visto nel normale 3D ha approcciato un film se non proprio diverso ma quasi. E vabbè che poi c'è chi del 3D non gli importa niente, però con questa visione potrebbe ricredersi quel tanto..


gparker ha detto...

Alessia: si ho visto che molti non l'hanno gradito, a me tuttavia sembra che questo tono compassato e al tempo stesso più ironico gli giovi e sia un bellissimo film, raccontato con la calma di un nonno.

Jeff: l'HFR mi sembra palesemente il futuro, per il semplice motivo che è migliore. Poi so bene anche io che non sempre la tecnologia migliore riesce ad imporsi e diventare uno standard (specie in casi come questi in cui bisogna cambiare i proiettori) tuttavia c'è una qualità immersiva davvero unica.


Il Dottor Divago ha detto...

ammazza che palle sto film .Gia tirare fuori tre ore di girato da quella che è una favoletta era opera improba, ma farne una trilogia rasentava il masochismo. E infatti ricche dormite nonostante i 48 fps. A sto punto sono cusioso di vedere la trasposizione del silmarillon, date le premesse, l'insonnia non scomparirò dal pianeta terra!


Anonimo ha detto...

Niola, parliamo ancora di questo HFR?

io l'ho visto a parco de medici, non so se fosse proiettato come si deve.
Ma l'impressione inizialmente era di vedere una fiction (di canale 5 o della Rai poco importa).
Certo vedo tutti i dettagli del gilet di baggins.
ma quello che ne guadagno in definizinoe non mi giustifica (gusto personale) quello che ne perdo di "mitologico".
Sembra di guardare un "dietro le quinte", non il film.
Certamente è più teatrale nel senso che non vedo più i personaggi interpretati, bensì mi vengono sbattuti in facci gli interpreti.
Ma allora il cinema è solo un "remote theatre"?
Siccome purtroppo non posso vedere Ian Holm recitare a Parco de medici, me lo registrate e proiettate in remoto?
Capisci cosa intendo?

Paolo



gparker ha detto...

si capisco perfettamente, è così l'HFR, era proiettato bene.
E' un effetto senza dubbio straniante e inizialmente fastidioso per chiunque ma è anche una questione di abitudine. Io per esempio verso la fine del film non me ne accorgevo più.
E' una questione di fluidità di movimenti. L'HFR ha il numero di fotogrammi al secondo (più o meno) del video digitale, quello delle produzioni amatoriali, un po' della tv e molto dei dietro le quinte e non la dimensione epica che dà un numero di fotogrammi inferiore. Questo è obiettivo e anche io, potendo scegliere preferisco quella patina mitologica.

Tuttavia mi sembra che i benefici dell'HFR (che non è solo la definizione nel senso di quantità di dettagli ma anche la chiarezza dei movimenti e la maggior comprensione dell'immagine) superino questo difetto indotto unicamente dall'abitudine ad un'altra forma.
Detto in soldoni se da domani fanno tutti i film così, tempo tre settimane e ci siamo abituati.


Anonimo ha detto...

mmm. boh.... a meno che il numero di fotogrammi al secondo non diventi "un registro" in più nelle mani dei registri.

Intendo: Rumble Fish (ok..... rusty il selbaggio) o Manhattan a colori sarebbero stati altri film.

Tu mi risponderai: "sono nicchie, nessuno si lamenta dei film a colori".
Ma qui abbiamo il confronto diretto con la nostra abitudine alla televisione, le fiction e, come tu stesso dici, i video amatoriali.
Non tutti i racconti si adattano bene a "Paranormal activity" o "blair witch project".

L'hobbit men che meno.

paolo


Unknown ha detto...

In linea di massima sono d'accordo, i lati positivi dell'HFR sono tanti (e te ne rendi conto soprattutto quando poi torni a vedere un film "normale" in 3D, nel mio caso il pur realizzato benissimo Vita di Pi, e improvvisamente ritrovi tutti i difetti di quella tecnologia).

E sono d'accordo anche sul fatto che col passare delle tre ore di film ci si abitua, che di fondo sia un problema di associazioni mentali istintive al contesto televisivo e che probabilmente, se guardassimo tre settimane di film tutti così, ci abitueremmo.

Mi chiedo, però, se lo scenario "fanno tutti i film così" sia realistico. Perché allo stato attuale, correggimi se sbaglio, mi sembra la situazione sia che di film così ne vediamo uno all'anno. E se la situazione è questa, il discorso sull'abituarsi rimane magari valido, ma è impraticabile, e a quel punto vale la pena di vedere una volta all'anno un film in cui i movimenti ci risultano "strani"?


gparker ha detto...

questa è un'ottima domanda. Io, come sempre, spero che la novità attecchisca ma non sarà facile per niente perchè servono nuovi proiettori. Certo magari aiuterà la digitalizzazione. Ma chi lo sa....
Ad ogni modo i vari Cameron e compagnia (il circolino dei fissati di tecnologia) hanno tutti in cantiere film girati a 48fps


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