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19.2.13

Beautiful Creatures (id., 2013)
di Richard LaGravenese

PUBBLICATO SU 
E' inutile nasconderlo, Beautiful Creatures (primo film di una probabile saga tratto dai libri di Kami Garcia and Margaret Stohl), si inserisce in pieno nel successo di Twilight ed è pronto a cavalcarne le similitudini presso la nicchia di amanti che quei libri e quei film hanno scavato nel pubblico. Tuttavia, come raramente capita agli epigoni, è molto migliore.
La storia è quella di un ragazzo normale e un ragazza no, dunque parti invertite rispetto al modello e questo ha ben più d'una conseguenza, in un paesino inesistente della provincia americana. Lei è una strega appartenente ad una famiglia di streghe e maghi che abitano quei luoghi da tempo immemore, questo lui lo scoprirà un po' a sue spese e un po' capendo che gran parte del paese che conosce in segreto è coinvolto in attività di magia bianca e nera. Ovviamente l'amore tra i due è assolutamente impossibile, assolutamente impraticabile e questa è un regola che, mi raccomando, non si deve trasgredire!

Il primo pregio di Beautiful creatures è l'idea di messa in scena anni '50, il secondo è la scrittura. Se infatti molti dei principi secondo i quali è orchestrato il mondo in cui è ambientato la storia vengono da Stephenie Meyer è anche vero che la maniera in cui sono descritti e trattati in questo primo film convince molto di più. La scelta di modelli di bellezza e comportamento anni '50 poi acuisce il tutto.
Ethan Wate somiglia ad una specie di beatnik, fissato con i libri "proibiti" dal suo bigotto paesino (da Bukowski in giù), fissato con il potere ammaliante e distruttivo della letteratura invece che con la sua dimensione acquietante (solitamente la più percorsa al cinema), e caratterizzato da una naivitè, un taglio di capelli e un abbigliamento che davvero sembrano non appartenere a questi anni e lo rendono immediatamente interessante.

Di contro Lena è una darkettona tradizionale (in fondo è una strega), ed è il vero motore della storia. Non solo è quello sentimentale (come già Bella) ma è anche quello effettivo e d'azione poichè gli eventi si concentrano su di lei, lasciando ad Ethan (che comunque è il vero protagonista) il ruolo dello spettatore inerme di forze e mondi che ignora e comprende poco. 
Al contrario di Twilight, questo primo capitolo di Beautiful creatures è, in una parola, "convincente", riesce cioè a rendere tangibili i sentimenti che dice di voler esprimere, stimola a fare il tifo per la risoluzione positiva e smuove anche qualche sentimento, con la sua etica di ferro da teen movie.
E' chiaro che per fare tutto questo non era indispensabile una trama simil-Twilight (in fondo è la storia dell'elemento perturbatore che arriva nella tranquilla cittadina e di un ragazzo che grazie ad esso si apre a nuovi orizzonti) ma il sottotesto magico, con bacchette da Harry Potter e anche Emma Thompson, è in fondo quasi carino.

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