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27.5.13

Only lovers left alive (id., 2013)
di Jim Jarmusch

FESTIVAL DI CANNES
CONCORSO

PUBBLICATO SU 
Con il suo stile ridotto all'essenziale e il suo umorismo di nicchia Jarmusch si diverte a cavalcare la moda dei vampiri, ritratti anche in questo caso non in modo classico (la parte più d'altri tempi sono i titoli di testa) ma moderno. Vampiri che non succhiano più il sangue alla gente "Siamo nel XXI secolo!" e che sono caratterizzati dai sentimenti migliori, raffinati ma non borghesi, amanti sostanzialmente delle buone cose (buona musica, buona letteratura e buon sangue).

In questo mondo gli umani sono definiti da loro "zombie", cioè i morti che camminano (mentre loro, non lo dicono, ma sarebbero i non morti) e sono ritratti nella maniera peggiore. In tutto il film i pochi personaggi umani sono abbastanza cretini, infantili e preda delle manie più superficiali. I vampiri invece sono la nicchia amante del bello, che disprezza il vivere senza vere passioni degli zombie e che si bea in maniera snob della propria appartenenza di casta.
Quando arriva una giovane vampire, un po' coatta e legata ad un mondo di rapido consumo e poco approfondimento, si guadagna in breve tutto il loro diprezzo (ma in realtà fa quel che fanno i vampiri da sempre, succhia sangue agli uomini), e Jarmusch non senza piacere sottolinea tale sentimento con enfasi sulla provenienza di lei: Los Angeles "la capitale degli zombie!".

Snobismo sullo schermo, risate in sala.
Only lovers left alive celebra la superiorità di chi approfondisce, di chi si interessa, si appassiona, non fa la guerra ma fa l'amore e cerca di vivere una vita piena, a differenza degli zombie. Con questo assunto è impossibile non concordare ma è decisamente meno coerente e fare tutto ciò accarezzando il capo del proprio pubblico (cioè il pubblico di Jim Jarmusch, una nicchia ben precisa), confermandogli che i vampiri della questione, gli unici veri amanti rimasti in vita, sono loro e non certo quelli di Los Angeles, in un film autoindulgente se non proprio autoesaltante, che in ogni momento afferma: "Nessuna paura: siamo meglio noi di loro".
Autoindulgenza che tocca la vetta massima nel finale quando, dopo aver ascoltato una cantante libanese, la coppia protagonista afferma che meriterebbe il successo ma tanto non lo avrà, lasciando intendere che chi è veramente bravo non riceve il riconoscimento che gli spetterebbe.

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...ma sono vivo e non ho più paura! by Gabriele Niola is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 3.0 Unported License.