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29.6.13

World War Z (id., 2013)
di Marc Forster

Ogni nuovo film o serie tv sugli zombie per distinguersi, avere una propria personalità e, magari, segnare un punto di svolta da cui non si potrà più prescindere, ha il preciso dovere di cercare un approccio diverso alla materia, sia esso narrativo (The Walking Dead e l'idea che più importante di cosa facciano gli uomini contro gli zombie sia quel che fanno tra di loro), sia esso visivo (28 Giorni Dopo e il ritorno degli zombie che corrono). 

World War Z è tratto da un romanzo che fa il primo lavoro, tratta gli zombie come una catastrofe naturale e racconta diversi episodi in giro per il mondo legati a questa catastrofe, mostrando più gli uomini e le loro reazioni che i morti viventi, invece nella sua versione filmica cerca più di fare il secondo, e mostra zombie al grado zero di personalità, insistendo sulla loro natura cumulativa, formiche che si arrampicano, esseri in grado di formare piramidi umane, cataste di corpi in movimento. 
Se si esclude una scena topica, i morti che corrono sono raramente inquadrati in volto (è anche un'esigenza dovuta al volersi aprire totalmente al pubblico preadolescenziale), privati di qualsiasi individualità non sono più uomini trasformati ma esseri che hanno perso qualsiasi legame con il loro passato. Spesso li avevamo visti mantenere atteggiamenti umani o altre volte ne era stato sottolineato il passato in chiave tragica, qui invece non è interesse di Forster insistere sulla tragedia dell'esser stati umani ed essere diventati zombie, qui sono solo bestie.

Dunque più ancora del giro intorno al mondo e delle diverse situazioni (mai davvero approfondite e mai interessanti quanto alcune piccole idee di suspense) è la visione della lotta dell'umanità contro un'invasione di mostri, di cavallette dall'aspetto umano, che fa la personalità di World War Z, allontanandolo moltissimo dalla radice del concetto di zombie. Non è una novità, gli zombie moderni non hanno più nulla di quelli originali, non ne hanno il senso e non sono usati nella stessa maniera, stanno diventando lentamente una minaccia generica, espressione del timore per le pandemia e l'apocalisse.
In questo il film fa un gran lavoro, cerca realmente un'altra dimensione sia narrativamente che visivamente, e trova diverse volte il modo di applicare questa visione a scene concrete (la lotta del protagonista con il diventare zombie suo e degli altri vive di grandi trovate) non disdegnando un'ovvia conseguenza della spersonalizzazione degli zombie, la loro trasformazione in minaccia improvvisa e ubiqua. Possono essere ovunque e in ogni momento. Abbiate paura.

Dunque l'idea aggiunge uno strato di complessità alla questione, peccato però che Forster non sia un regista d'azione, che fatichi a rendere appassionante la lotta per la sopravvivenza e contamini il film di un sentimentalismo che non decolla mai (le grottesche telefonate di Brad Pitt con la moglie.....) scritto malissimo, come raramente si vede in un film di questo livello.
L'impressione che si ha vedendo il film è che il regista sia stato costretto controvoglia a girare questo tipo di lungometraggio, e che nel farlo abbia cercato in tutti modi di nobilitarlo, esplicitando le metafore politiche (tutta la parte in Israele), iniettando un dramma serioso, trasformando l'orrore in tensione e girando con poca passione le parti più grette, fisiche e sostanziali, quelle in cui l'uomo si confronta con la minaccia, l'umano contro l'inumano.
World War Z è così un'unica grande fuga, priva della passione per la corsa narrativa di un J.J. Abrams e condotta con la voglia di fermarsi a rifiatare ad ogni angolo, anche nei momenti migliori.

5 commenti:

Tony ha detto...

Quindi e' fico? Ma - quasi OT - walking dead non e' una specie di 28giorni dopo? Non so se cominciarlo (walking dead), ma a quanto avevo capito era paro paro, come struttura, a 28 giorni dopo.


gparker ha detto...

Quindi ci sta, poteva essere meglio.

Walking Dead io l'ho seguito per la prima stagione e mi sembra di capire che è una cosa che potrebbe piacerti. Non è molto 28 giorni dopo, più che sugli zombi è sugli uomini che si organizzano durante l'apocalisse zombie


tony ha detto...

Messa cosi' sembra ancora meglio. Dopo tutto preferisco l'apocalittico allo zombie (pur essendo confinanti). Se e' anche quasi lost coi gruppi in lotta potrebbe essere il mio. E' che al prossimo game-of-thrones e mad-men ancora ne manca e cercavo una serie nuova. Le altre in voga ora, per motivi diversi, ma comunque dopo aver visto da una fino a sette puntate (si', e' Dexter che trovo insulso dalla prima alla settima almeno) l'ho praticamente scartate tutte. D'altronde quando il discorso finisce sulle serie nessuno ti puo' giudicare. Ti devono divertire punto.


gparker ha detto...

Dexter io ci sono sotto da morire fino alla 4° o 5° stagione non ricordo.
Io ho iniziato House of cards (fincher + Spacey) con gran soddisfazione. E poi voglio iniziare Breaking bad di cui sento sempre parlar bene.

Sogno nel cassetto farmi tutti I soprano


Eric Cartman ha detto...

BREAKING BAD È IL BENE!!!!


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