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25.8.13

Elysium (id., 2013)
di Neill Blomkamp

PUBBLICATO SU 
Assieme a quello di Duncan Jones forse l'esordio di Neill Blomkamp è il più clamoroso e potente che la fantascienza abbia visto negli ultimi 10 anni. Il suo District 9, partito da un corto messo su YouTube e poi gonfiato a film, ha portato in tutti i cinema una visione diversa del genere, una in cui la metafora che sta dietro alla presenza degli alieni sia esplicita, chiara e diretta e in cui il pubblico si senta parte degli aguzzini più che delle vittime.
Con il suo primo film Blomkamp si è insomma dimostrato un cineasta spietato, intelligente e capace di manipolare i sentimenti più lievi attraverso splendide idee di messa in scena.

Per tutti questi motivi Elysium è una delusione, perchè nonostante sia un buon film di fantascienza, dotato di tutte le tematiche, i topos e le svolte del genere, e nonostante sia anche girato con la proprietà di linguaggio filmico che riconosciamo all'autore, manca totalmente di personalità, manca di quella scintilla di diversità che aveva colpito il mondo in District 9.
In Elysium l'umanità è divisa in ricchissimi e poverissimi (tipico espediente da fantascienza, abusato in tantissimi casi) e con metafora abbastanza nota i primi vivono sopra i secondi (già lo facevano in Metropolis). Un operaio maltrattato che appartiene alla seconda categoria è il protagonista, un uomo che fin da piccolo sognava di andare assieme ai ricchi nella stazione orbitante Elysium ma che ha condotto una vita di criminalità e lavoro in fabbrica, almeno fino ad un incidente che ne compromette forse la vita e gli impone di rivedere le priorità.

Che al timone di tutto ci sia Neil Blomkamp lo si capisce dalle scene girate nei sobborghi poveri, dal gretto realismo, quella vicinanza agli ultimi e quella determinazione nel mettere in scena, lo sporco, il polveroso e il derelitto senza sconti e senza dare mani di lucido che già vedevamo nella baraccopoli del distretto 9. Per il resto però Blomkamp è irriconoscibile, gira le scene d'azione abbastanza male, montandole in maniera confusa e con poca drammaturgia interna, dimentica totalmente quei piccoli espedienti sentimentali che rendevano epico il viaggio/metamorfosi del film precedente e crea per Sharlto Copley un personaggio dalla parte e dal peso sovradimensionati rispetto all'interesse e l'utilità che ha nel film.
Quel che ancora è più grave però è come Elysium manchi di una visione chiara e coinvolgente di futuro, che poi è il cuore della fantascienza. Tra Wall-E e molte altre derive già note, la Terra tra 100 anni per come la vede il film è uguale ad oggi, fatta eccezione per armi avanzate e qualche veicolo volante. Per il resto tutto da internet, alla moda, fino alle auto sono quelle di oggi e senza una spiegazione. E meglio non va ad Elysium che è Beverly Hills con macchine per guarire. Non ci fossero degli automi avanzati affiancati ad altri che sembrano usciti da I Pronipoti si direbbe che nessuno ci ha nemmeno pensato a fare qualcosa di sensato.

9 commenti:

tony ha detto...

Siamo nel 2013?

Allora no. Carino District 9, meglio di Moon per me, ma se vi volete vedere "il più clamoroso e potente [esordio] che la fantascienza abbia visto negli ultimi 10 anni", e credo di offrire un servizio a un blog con cosi' ben frequentato, guardate adesso "Primer" di Shane Carruth (2004).

Non solo esordio, ma miglior sf degli ultimi 10 anni punto.

Aspetto almeno la tua risposta G Parker, benvenuti tutti gli altri.


gparker ha detto...

a mia discolpa ho scritto "forse" ben sapendo di non poterli conoscere o ricordare tutti.
Domani parto per Venezia ma primer è in cima alla lista al ritorno.

Con recensione qui.

Questo non leverà che gli esordi di Duncan Jones e Blomkamp sono stati realmente clamorosi. Erano anni e anni e anni che non si vedevano nomi nuovi arrivare con simile prepotenza.


tony ha detto...

Queste sono le soddisfazioni del commentare: sei finito nel trappolone mani e piedi! Per via standard (mail, etc.) non mi sarei mai sognato tempi cosi' rapidi, recensione inclusa!

Seriamente, se te lo sei perso, e' proprio un capolavoro. Il tipo, Carruth, fa tutto: scrive, dirige, recita, monta e fa le musiche. Prodotto con 7000 dollari ne ha fatti meritatamente 400.000. Sono felice di sponsorizzartelo. Ne riparliamo allora come l'hai visto.


gparker ha detto...

Mi hai attirato in un luogo pubblico dove devo tenere un'etichetta strappandomi una promessa elettorale davanti all'audience


gparker ha detto...

Praticamente il modus operandi di striscia la notizia


tony ha detto...

ah ah ah! Il gabibbo del blog!

E comunque non era per niente scontato che tu non te lo fossi visto, schifato e rimosso. Quindi anche un po' tapiro d'oro.


Esponja88 ha detto...

Per carità. Moon e District 9 non sono perfetti ma stanno ad altezze siderali rispetto a Primer.
Primer è l'esempio che ormai ci vuol poco a sfornare un semi-cult: basta scrivere una storia contorta a incomprensibile in modo da spingere gli spettatori su su Internet alla ricerca di spiegoni. In pratica la degenerazione letale di Lynch e Nolan.


tony ha detto...

Ciao Esponja88,

il tipo di fantascienza che prediligo e' quella di natura filosofico-speculativa, perche' ritengo che niente quanto la fantascienza possa indagare quel campo. (Varrebbe anche per Moon, sia chiaro, ma non e' m'piaciuto molto e visto che neanche tu l'hai amato troppo, lo terrei fuori dal discorso). Che e' appunto il caso di Primer.

Per quanto riguarda le contorsioni a cui alludi, a me sembra che in realta' l'idea principale sia molto semplice, e sia poi essa a generare grande complessita' in termini di conseguenze e implicazione. Ma e' cosi' semplice e vecchia da aver ispirato un recente film hollywoodiano, molto semplice per l'appunto, una volta manenuto solo il meccanismo di base della storia. Altrettanto non si potrebbe dire dei (meravigliosi) film non lineari di Lynch.
Inoltre, nonstante la sua complessita', credo che la storia sia in realta' dipanabile, e la cosa che la rende un filmone e' che, anche senza capire troppo cosa succede fuori, ti mostra precisamente cosa succede dentro i protagonisti. Glielo leggi in faccia il panico, quando capisci che anche loro, a turno, non hanno capito niente come te.

Sinceramente non ho sentito alcun bisogno di cercare spiegazioni su internet (che senso ha farsi spiegare un film aperto?) ma soltanto di riguardarmelo. Sia per ricostruirmi la mia interpretazione, sia per assaporare quanto cinema c'e' dentro i loro scambi e le loro ambiguita'.


Esponja88 ha detto...

Tony, io sono un amante sia della fantascienza con implicazioni metafisiche sia delle trame complesse con meccanismi a incastro. Sono splendidi terreni su cui giocare, ma bisogna esserne in grado. Secondo me Primer non lo è. Ci si può gustare lo stesso un film dove a un certo non si capisce più nulla (Kill list, tanto per non citare il solito Lynch), ma il film deve perlomeno comunicare qualcosa, entrare in contatto a livello emozionale, generare immagini e momenti che restano impressi nella memoria.
A me sembra che Primer non comunichi proprio nulla. Non è un film, è un teorema di fisica: talmente interessato a portare a compimento (con maniacale accuratezza) le sue premesse da dimenticarsi del coinvolgimento. Allora cento volte meglio l'hollywoodianissimo Looper: un colabrodo dal punto di vista della costruzione narrativa, ma perlomeno in due ore riesce a comunicare qualcosa che non siano mere questioni logico-matematiche.
Tu non avrai sentito il bisogno di cercare gli spiegoni online, e ti credo, ma mi sembri un caso isolato, almeno a giudicare da quello che si legge in giro per l'Internet :)) Ecco, a me sembra che se un film per essere apprezzato ha bisogno di spiegazioni chilometriche a loro più volta più complesse del film stesso, c'è qualcosa che non va. Se avessi voluto cimentarmi con un teorema e non con un film, sarei andato a riaprire il manuale di Analisi I.


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