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27.1.14

Last Vegas (id., 2013)
di Jon Turtletaub

PUBBLICATO SU 
Un cast del genere una volta avrebbe generato attesa ed incassi assicurati, oggi è un film per anziani.
Last Vegas prende lo spunto di un film di successo presso il pubblico più giovane come Una notte da leoni (anche se poi la struttura, più in grande, è quella del "film a Las Vegas" che preesiste al branco di Alan e soci) e lo adatta ad un'avventura totalmente fuori dal tempo e dalla logica di 4 anziani che si ritrovano lì per l'addio al celibato di uno di loro, quello ricco che spesa tutti.
Come sempre nel cinema per anziani ci sono vecchie questioni irrisolte che troveranno soluzione e un generale appianamento di qualsiasi conflitto all'insegna della quiete familiare. Gli unici scontri sono con dei giovani, regolarmente messi nel sacco dai vecchi.

Se nel cinema di formazione, quello che racconta di ragazzi che diventano uomini, la parabola è all'insegna della distruzione, l'abbandono di un vecchio mondo (spesso con una scoperta di realtà traumatica), nel cinema di anziani c'è la ricostruzione di un mondo che ad un certo punto è andato in pezzi. In altre parole i protagonisti sono sempre persone con dei rimpianti dietro di sè, cui la vita, in extremis, dà un'ultima occasione.
E forse è questa la componente più indigesta di Last Vegas (e di tutto il genere in linea di massima), il fatto che questa storia inevitabilmente converga verso l'esaltazione dei personaggi e verso l'acquietamento di qualsiasi conflitto.

Non è tanto la trama (il lieto fine non ha mai fatto male a nessuno) ma la struttura di ogni personaggio che converge verso la pulizia più totale a suscitare l'orticaria, l'illuminazione di qualsiasi ombra. Tutti buoni, tutti bravi, tutti retti o pronti a redimersi scegliendo la famiglia, la convenzione, i buoni sentimenti.
I film per anziani, com'è ovvio, scelgono da sè il proprio target, non tanto per età quanto per il desiderio di non assistere a situazioni complesse e contenuti disturbanti. E' un cinema che vuole essere da salotto, buono per assopirsi tra una scena e l'altra o intenerirsi all'arrivo di un nipotino.

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